Atti persecutori art. 612 bis stalking: quali strumenti per difendersi
- norbertosalza
- 4 ott 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 5 ott 2022
Gli atti persecutori, cd. stalking, solitamente si sostanziano in pedinamenti, molestie telefoniche, appostamenti sotto casa e sul luogo di lavoro, minacce, danneggiamenti all’auto e/o altre proprietà della vittima. Sono frequenti soprattutto al termine di una relazione sentimentale e, talvolta, anche dopo la separazione.
Sebbene i comportamenti tipici dello stalker non siano una peculiarità esclusiva del nostro secolo, solo dagli anni '60 il fenomeno è stato inquadrato con un nome e una precisa collocazione in ambito psicologico e psichiatrico.
Con ancora maggior ritardo è stato introdotto, nel 2009, nel nostro codice penale all'art. 612 bis rubricato "atti persecutori".

Stalking è un termine, importato dal linguaggio anglosassone, che sta ad indicare proprio l’atto del braccare effettuato dal predatore (stalker) sulla sua preda, ed è particolarmente significativo, anche se non traducibile in modo ottimale, se non scontando una cifra di ineludibile approssimazione letterale.
Ma vediamo in concreto quando ricorre l'ipotesi dello stalking e perché è importante farsi assistere, sin dalle prime fasi, da un avvocato penalista esperto della materia.
Linee guida sul reato di atti persecutori cd. stalking
Ai fini giuridici si ravvisa il delitto di atti persecutori cd. stalking, quando il comportamento minaccioso e molesto, protratto con cadenza costante, assume le connotazioni tali da cagionare tutti e tre gli eventi contemplati in via alternativa dalla norma incriminatrice di cui all' art. 612-bis c.p. ; in particolare, si individuano: a) un perdurante e grave stato di ansia e di paura; b) un concreto e fondato timore per l'incolumità della persona offesa; c) una significativa e tangibile alterazione delle abitudini di vita del soggetto passivo.
Stalking: un fenomeno in espansione
Se abitualmente colleghiamo lo stalking ad una relazione affettiva, in realtà si tratta di un reato che trova sempre più spazio in ambiti diversi.
Ci riferiamo in particolare allo stalking condominiale ed allo stalking occupazionale (ovvero in ambito lavorativo)
Lo stalking condominiale
Oltre che nei casi di rapporti sentimentali terminati, dunque, anche nelle convivenze condominiali in cui la contiguità abitativa e le occasioni di incontro sono molto frequenti, la condotta del persecutore assume rilevanza e può portare ad integrare il delitto di “atti persecutori”
La Corte di Cassazione (sentenza del 22 gennaio 2018 n. 10111) ha confermato la possibilità
di configurare il reato di Stalking (atti persecutori ex art. 612 bis cp) anche in ambito condominiale.
In particolare, i Giudici – con uno sguardo verso la realtà attuale – hanno stabilito che non è necessario che gli atti persecutori posti in essere dal condomino stalker siano collegati ad aspetti fondamentali dell’esistenza della vittima del reato ma è sufficiente che le condotte dell’autore del reato incidano sulla normale tranquillità con cui la vittima usa le aree degli spazi comuni condominiali.
Ad esempio quando la vittima deve ispezionare preventivamente lo spazio comune condominiale antistante la propria abitazione prima di ogni uscita per evitare incontri con il condomino stalker oppure se la cassetta postale deve essere aperta con particolari precauzioni per proteggere i famigliari dagli eventuali scritti osceni ivi inseriti.
E’ ormai pacifico quindi che ai fini della individuazione del cambiamento delle abitudini di vita, occorre considerare il significato e le conseguenze emotive della costrizione sulle abitudini di vita cui la vittima sente di essere costretta e non la sola mera valutazione, puramente quantitativa delle variazioni apportate allo stile di vita.
Lo stalking in ambito lavorativo
"Nessuna obiezione sussiste, in astratto, alla riconduzione delle condotte di mobbing nell'alveo precettivo di cui all'art. 612 bis c.p. laddove quella "mirata reiterazione di plurimi atteggiamenti, convergenti nell'esprimere ostilità verso la vittima e preordinati a mortificare e a isolare il dipendente nell'ambiente di lavoro", elaborata dalla giurisprudenza civile come essenza del fenomeno, sia idonea a cagionare uno degli eventi delineati dalla norma incriminatrice" (Cassazione penale sez. V, 14/09/2020, n.31273).
La Suprema Corte ha definitivamente chiarito che le condotte di mobbing possono essere ricondotte al reato di atti persecutori, cd. stalking.
Ed invero il delitto di atti persecutori - che ha natura di reato abituale e di danno - è integrato dalla necessaria reiterazione dei comportamenti descritti dalla norma incriminatrice e dal loro effettivo inserimento nella sequenza causale che porta alla determinazione dell'evento, che deve essere il risultato della condotta persecutoria nel suo complesso, sicché ciò che rileva è la identificabilità di questi quali segmenti di una condotta unitaria, causalmente orientata alla produzione di uno degli eventi, alternativamente previsti dalla norma incriminatrice, che condividono il medesimo nucleo essenziale, rappresentato dallo stato di prostrazione psicologica della vittima delle condotte persecutorie.
In altri termini, il contesto entro il quale si situa la condotta persecutoria è del tutto irrilevante, quando la stessa abbia determinato un vulnus alla libera autodeterminazione della persona offesa, determinando uno degli eventi previsti dall'art. 612-bis c.p.
Conclusioni
Prima dell'inizio del procedimento penale, la vittima del reato può rivolgersi al Questore per ottenere l'ammonimento dell'autore delle condotte persecutorie.
È una misura di prevenzione esclusiva del Questore che nasce con lo scopo di garantire alla vittima di atti persecutori una tutela rapida ed anticipata rispetto alla definizione del procedimento penale.
La vittima delle condotte può rivolgersi direttamente all'Autorità Giudiziaria depositando una querela richiedendo l'applicazione di una misura cautelare quale il divieto di avvicinamento.
Si suggerisce di rivolgersi nel minor tempo possibile ad un avvocato esperto nell'assistenza di casi di stalking al fine di potersi tutelare nel migliore dei modi.
Psicologi e criminologi - esperti nell'assistenza di persone coinvolte in reati di stalking -collaborano con il nostro studio per offrire ai nostri assistiti - vittime o autori di tale reato - la miglior tutela giudiziaria unitamente al necessario supporto psicologico.
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